POLITICAPP | 10 giugno 2016

Le pari opportunità assenti

L’Italia, un Paese che si declina poco al femminile

“Le ingiustizie continuano e il mondo inventa costantemente nuovi modi di discriminare le donne”, scriveva, sulle colonne dell’Unità, Dacia Maraini nel 2002.
Da allora molta acqua è passata sotto i ponti, ma la situazione per le donne è mutata in modo limitato, anzi, su alcuni aspetti sembra essere, complice la crisi, tornata un po’ indietro.
Confrontando i dati rilevati nel 2016 con quelli di dieci anni fa, scopriamo che la qualità delle pari opportunità e le possibilità di fare carriera, secondo le italiane, sono in discesa (il voto, in una scala da 1 a 10, passa da 5,7 a 5,5). Migliora, invece, la percezione del ruolo femminile in politica, il cui voto cresce un po’: da 4,9 a 5,3. L’Italia, in ogni caso, resta un Paese che coniuga con difficoltà, al femminile, la dimensione della crescita economica, sociale e politica. È una realtà in cui le donne faticano a veder riconosciute opportunità, possibilità, diritti e tutele. Per analizzare il quadro generale delle pari opportunità SWG ha monitorato nel tempo 10 item. Oltre ai tre citati, ci sono anche: la valutazione dei servizi pubblici a sostegno della gestione familiare; il giudizio sulle norme a tutela e sostegno della maternità; le possibilità d’ingresso delle donne nel mondo del lavoro; la percezione della stabilità occupazionale; la qualità della conciliazione tra vita privata e lavorativa; il tempo libero a disposizione; i livelli di sicurezza personale. Nessuno dei dieci item raggiunge il famigerato sei, l’indispensabile e minima sufficienza. In  fatto di pari opportunità il nostro Paese è seccamente bocciato dalle italiane. Alcuni temi sfiorano la sufficienza, come le leggi a tutela della maternità, ma altri, come il numero di donne in politica, i servizi pubblici volti ad aiutare le donne per la gestione del rapporto famiglia e lavoro, la quantità di tempo a disposizione e la percezione delle pari opportunità raggiunte tra uomini e donne, appaiono nettamente lontani dalla promozione.

Il bisogno di una visione sistemica delle pari opportunità

A essere sotto accusa non è solo e tanto la qualità delle azioni legislative e delle politiche messe in cantiere in questi anni, bensì la qualità stessa della nostra democrazia e della nostra società.
Dai numeri emerge il “j’accuse” femminile alla società italiana e non solo alla politica. Nessuno può sentirsi escluso, né la società civile, né quella economica, né quella culturale e accademica.
In società articolate e differenziate come quella in cui viviamo, sarebbe illusorio pensare che la qualità della società si esaurisce nel riconoscimento formale dei diritti e delle opportunità.
Occorre mettere in campo una visione sistemica, capace di incidere sia sulla dimensione culturale della relazione tra uomo e donna, sia sulla possibilità di realizzare politiche per la quotidianità femminile e per un nuovo protagonismo delle donne. Si tratta di mettere in campo politiche in grado di rispondere ai bisogni di conciliazione e servizi, ma anche atte a garantire ruoli, funzioni, protagonismo politico ed economico al mondo femminile.
Le pari opportunità sono uno degli indici di qualità di una società. Le realtà post industriali e globalizzate, come sottolinea il filosofo francese Alain Touraine, hanno la necessità di generare un nuovo dinamismo sociale e democratico per cercare di ricomporre le polarizzazioni e le distonie presenti.
Un’azione di ricomposizione che assegna al mondo femminile una funzione guida nel superamento delle tante differenze, distonie, soprusi e discriminazioni presenti nella contemporaneità. Dice Touraine: “Sono in primo luogo le donne quelle chiamate a essere le principali attrici di questa azione di ricomposizione della società, poiché, essendo state per tanto tempo la categoria inferiore a causa della dominazione maschile, oltre alla propria liberazione, possono svolgere un’azione di ricomposizione di tutte le esperienze individuali e collettive”.

CHE COSA È IMPORTANTE

Più possibilità per carriera, conciliazione, stabilità e sicurezza

CHE COSA NON VA

Le politiche di conciliazione e le poche donne in politica

LA MAPPA NAZIONALE

Al Sud e a Nordest i voti più bassi sul livello di pari opportunità

LE DONNE PENALIZZATE

Fare figli, capacità, carriera e salario, le tante discriminazioni

LA VOGLIA DI INTRAPRENDERE

Il 13% delle donne vorrebbe avviare un’impresa

GLI OSTACOLI ALLE IMPRENDITRICI

Pochi finanziamenti e pesa la poca voglia di rischiare